Kultur

Nella lingua dei carnefici

Aus ff 02 vom Donnerstag, den 14. Januar 2021

Primo Levi
Primo Levi (1919-1987) è tra i pochissimi ad aver fatto ritorno dai Lager e ha sentito il dovere di testimoniare la sua esperienza. “Se questo è un uomo” scritto tra il 1945 e il 1947, è ormai un ­classico della ­letteratura mondiale. © Archiv
 

La corrispondenza di Primo Levi, ­sopravvissuto al lager di Auschwitz, con il traduttore tedesco del suo “Se questo è un uomo”.

È il 13 maggio 1960, l’Italia è in pieno miracolo economico e Primo Levi, pur sommerso dagli impegni nella fabbrica di vernici in cui lavora, riesce finalmente a scrivere a Heinz Riedt, che ha appena terminato di tradurre in tedesco “Se questo è un uomo”.

È passata poco più di una settimana dal ricevimento della lettera del traduttore, ma lo scrittore torinese si sente in colpevole ritardo. «Caro Signor Riedt, le devo molte scuse. Ho avuto, ed ho ancora, moltissimo lavoro, sta capitando in Italia una specie di Wirschaftswunder e da più di un mese è normale che

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