Kultur
L’arte in carcere e la paura dei poveri
Aus ff 23 vom Donnerstag, den 06. Juni 2024
L’arte contemporanea e il suo pubblico entrano in carcere grazie al Padiglione Vaticano della Biennale d’arte di Venezia. A presentarle e a guidare i visitatori sono le detenute.
Poco più di cento passi dividono il carcere di Bolzano da Museion, due luoghi vicini fisicamente, ma lontanissimi per frequentazioni e contesto. Fuor di retorica, oggi il pubblico dell’arte contemporanea è quanto di più lontano, non solo per formazione e reddito, da chi è detenuto in carcere, a Bolzano come in decine di altre città.
Basterebbe questo per apprezzare la scelta del Vaticano di far ospitare il proprio padiglione della Biennale d’arte di Venezia all’interno del carcere femminile della Giudecca, ma c’è molto di più. Perché portare l’arte contemporanea
Weitere Artikel
-
Alle Wege führen nach Wien
Reguest will das erste börsennotierte Unternehmen in Südtirol werden. Es bietet Software für den Tourismus an. Wer und was hinter den hochfliegenden Plänen steckt.
-
Im völlig falschen Film
Bis zu 4.500 Menschen in Südtirol leiden am Chronischen Fataigue-Syndrom. Was das bedeutet. Wie gefährlich die Krankheit ist. Und weshalb sie nicht länger tabuisiert werden darf. von Hannah Lechner
Leserkommentare
Kommentieren
Sie müssen sich anmelden um zu kommentieren.