Leserbriefe

Schützendilemma

Aus ff 49 vom Mittwoch, den 07. Dezember 2016

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„Panorama“-Kommentar von Norbert Dall‘Ò in ff 47/16 über den Empfang von Jean-Claude Juncker in Bozen

Quando dieci anni fa mi sono trasferito a Montan con la famiglia, sono entrato a far parte della locale Schützenkompanie, nonostante la mia origine welschtirolese (Val di Non). E come me, da poco lo ha fatto anche Andrey, un giovane ragazzo proveniente dalla Slovacchia.
Proprio nel paese del Landeskommandant Elmar Thaler ho trovato un’associazione fatta di persone normali, né fanatici della loro „bunte Bekleidung“, né ansiosi di usare i loro „lustigen Spielzeuggewehre“. Ho trovato uomini, e donne, che si dedicano ad
azioni di volontariato nel proprio Comune e organizzano iniziative culturali e ricreative finalizzate a mantenere viva l’identità sociale e culturale di un popolo, senza rinnegare la Vielfalt e la realtà del nostro mondo globalizzato e iperconnesso, dove se da un lato si innalzano ogni giorno nuovi muri, dall’altro ogni confine sembra sparire, appiattito dentro ad una fibra ottica.
Ho trovato gente che applica l’approccio „glocal“ alla vita di tutti i giorni, consapevole del fatto che l’autonomia non è solo un diritto, ma anche un privilegio da coltivare e tutelare. E’ stato facile il riconoscermi in questi valori e integrarmi in questo ambiente, che sono quelli in cui sono nato e cresciuto, quando il Welschtirol conservava ancora un po’ di amor proprio e di memoria in sé.
Anche se solitamente si danno buoni consigli se non si può più dare il cattivo esempio, concludo anch’io con un consiglio, o, piuttosto, con la raccomandazione ­giornalistica di analizzare i fatti, cercando di superare gli schemi fissi e caratteristici dell’„ideologischer Ballast“.

Sergio Leonardi, Montan

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